"Travailler pour vivre": un progetto che mira all'importanza del Woman Power

Una bella iniziativa, quella svoltasi il 7 ottobre scorso, presso la sede del CIDFF, Centro d’informazione dei diritti delle donne e delle famiglie di Nizza, https://alpesmaritimes.cidff.info.

La presentazione è stata organizzata dalla Camera di Commercio Italiana di Nizza nell’ambito del progetto “Travailler pour vivre” sviluppato in partenariato con la Caisse d’Epargne. Entrambe le strutture sono da sempre sensibili al tema del reinserimento sociale e professionale. L’incontro aveva lo scopo di dare alle donne presenti informazioni e strumenti utili per aiutarle nel percorso di riabilitazione sociale, al fine di riprendere le redini della propria vita, a livello personale e professionale.

 

Il CIDFF, dal canto suo, sviluppa molte iniziative di accompagnamento delle donne in difficoltà e in corso di reinserimento, offrendo loro un sostegno a livello di consulenza e di guida, dall’ambito giuridico a quello sociale, passando per le varie pratiche amministrative. Il CIDFF è pilota in particolare di progetti, come EGALIPRO, che mirano all’inserimento professionale di lunga durata delle donne, seguendole nell’ampliamento delle loro scelte professionali e favorendone le condizioni di accoglienza in seno alle imprese, in particolare con laboratori pratici sul tema della creazione d’impresa, e dispensando consigli tecnici, amministrativi, e giuridici, come EGALIPLUS.

 

Hanno preso la parola i relatori della Camera di commercio Italiana di Nizza, Myriam Bartoletti, Davide Borghesi, e Wanda Pinturault che è intervenuta proprio sul tema specifico, al cospetto del pubblico molto interessato. Durante il dibattito è stata fornita una panoramica economica del territorio con un focus sui settori professionali in pieno sviluppo e sulle possibilità reali d’impiego di alcune filiere, compreso in termini di formazione et di sostegni finanziari, ai quali si puo’ ricorrere per sviluppare le proprie competenze, cambiare settore di attività, o creare una propria azienda.

 

Non solo tecnico e logistico, l’intervento ha evidenziato alcune idee negative, ormai ben radicate, che spesso impediscono alle donne di prendere pienamente coscienza delle loro capacità e potenzialità, ‘ghettizzandole’, spesso a causa della loro stessa mancanza di fiducia in se stesse, in attività professionali non gratificanti, subalterne e mal retribuite.

 

I partecipanti hanno preso la parola per esporre fatti e situazioni della loro vita personale e facendo domande sui temi proposti.

 

Woman power, è stato quindi il filo conduttore della giornata, senza tuttavia approcciare la sfumatura sovversiva che gli si vuol spesso associare. Lobiettivo era anzi semplicemente sottolineare che le donne potranno rivelare le loro potenzialità e quindi partecipare a pieno allo sviluppo della società, solo se verranno concesse loro le stesse chance, fin da piccolissime, limitando fin dall’infanzia i preconcetti di genere, e ricordando che a seconda delle epoche e dello stato in cui vivono, le donne sono state e sono assolutamente capaci di assolvere funzioni e lavori ‘maschili’. Posizioni a cui oggi non si permettono più di ambire perché 000ppinfluenzate da un quadro che inibisce la piena presa di coscienza delle loro capacità, del loro savoir-faire, del loro sapere. Una professione singolare da questo punto di vista è senz’altro quella dello chef in ristorazione; se a casa, i pasti sono spesso prerogativa femminile, ma poche sono le donne presenti tra le stelle Michelin o semplicemente al comando delle cucine dei ristoranti.

 

Siamo quindi fiduciosi di vedere, prossimamente, sempre più donne, non solo collocate nei posti chiave del nostro governo, della nostra economia, ma anche per l’inserimento in ‘ruoli maschili’, o quanto meno attualmente monopolio degli uomini: meccanicA, guidatRICE di bus, conduttRICE di gru, ma anche ingeniere, ricercatRICE, militarE, Chef stellate e perché no, in occasione delle prossime elezioni, magari una capA di governo. O anche una PresidenteSSA della Repubblica!