Nizza tra le prime 10 città in Francia per creazione di impresa
Negli ultimi anni in tutta la Francia si è registrato un boom di imprese e imprenditori. Infatti, si stima che dal 2017 sia stato creato il 68% in più di aziende in diversi settori di attività, ma soprattutto nel settore immobiliare (1.156.936 imprese), nella consulenza (43.787 imprese), nei servizi alla persona (21.238 imprese), nella vendita di case (19.282 imprese) e nella ristorazione veloce (14.921 imprese).
Le motivazioni sono molteplici, ma il corso intrapreso cinque anni fa dall’allora neo Presidente Emmanuel Macron ha sicuramente costituito un elemento di slancio per il rinnovamento dell’economia francese. Grazie ad una serie di misure volte a facilitare la creazione di imprese, tra cui la Loi Pacte (approvata nel maggio 2019), il governo francese ha dotato le aziende dei mezzi per innovare, trasformare, crescere e creare nuovi posti di lavoro, incentivando le strategie in linea con le sfide ambientali e le questioni sociali, rispondendo alla nuova ondata generazionale.
Alla luce di quanto delineato, il 2021 ha segnato dei dati davvero impressionanti grazie alla creazione di 995.000 nuove imprese, il 60,5% delle quali costituito da micro-imprenditori. Questa nuovelle vague è stata seguita dagli incredibili risultati del 2022, dato che nel primo trimestre dell’anno sono state create in Francia 175.727 microimprese, rispetto alle 78.360 imprese classiche (SASU, società civile, SARL, ecc.).
Secondo i dati, nella primavera del 2022, due terzi delle imprese sono state create con l’obiettivo di guadagnare un reddito aggiuntivo o creare un posto di lavoro, soprattutto nel caso di persone in cerca di occupazione e in risposta diretta all’attuale crisi economica. Infatti, è bene ricordare cime, sebbene nel 2021 si sia registrato un leggero aumento del potere d’acquisto dei francesi, l’anno che sta volgendo al termine ha registrato a tal proposito un’importante crisi, dovuta certamente da fattori come l’aumento dell’inflazione e dei prezzi dell’energia.
Ma qual è la top 10 delle città (con più di 100.000 abitanti) che creano più aziende in Francia? La prima è naturalmente Parigi, dove si registrano 74 019 nuove imprese (33,84 imprese / 1.000 abitanti), seguita da Bordeaux con 7 757 imprese (30,30 imprese / 1.000 abitanti), Lille con 5 663 (23,92 imprese / 1.000 abitati), Lyon con 12 444 (23,79 imprese / 1.000 abitanti) e Boulogne- Billancourt con 2 822 (23,33 imprese / 1.000 abitanti). Grazie al suo attivo substrato economico e ai dispositivi di incentivo messi in campo dalle istituzioni del territorio, Nizza si attesta al sesto posto con 8 043 imprese (23,25 imprese / 1.000 abitanti) e prima tra le città del Sud Est della Francia. Seguono Montpellier (8 043), Montreuil (2 438), Aix-en- Provence (3 244) e Saint-Denis (2 408).
Dai risultati si può evincere come, a parte Parigi e Bordeaux, che registrano una media di 30 imprese create ogni 1.000 abitanti, la maggior parte delle altre città top 10 si aggira intorno alle 22 creazioni d’azienda ogni 1.000 abitanti.
I dati rilasciati dall’INSEE aiutano a comprendere quali siano i profili degli imprenditori che decidono di fare impresa nel 2022. Nella maggior parte dei casi si registrano imprenditori di aziende classiche, che svolgono una sola attività, seguiti dagli imprenditori alla ricerca di un reddito aggiuntivo, come pensionati, studenti e alcuni impiegati, e da persone che cercano di crearsi un nuovo lavoro poiché disoccupate.
La presenza delle donne nell’imprenditoria francese nel 2020 è ancora sottodimensionata poiché registra dati attorno al 35% sul totale delle nuove imprese. Cionostante, le donne risultano essere più efficienti degli uomini nella gestione delle loro aziende, con un aumento medio del fatturato del 5,5% rispetto al 4,8% degli imprenditori maschi (nel 2020, secondo l’INSEE) e un avanzo operativo lordo più elevato (8,4% in media rispetto al 6,4% delle aziende a guida maschile).
Infine, è importante ricordare come le microimprese siano le più soggette agli shock economici e sociali. Infatti, con la crisi dovuta dalla pandemia, sebbene l’83% degli auto-imprenditori avesse ripreso l’attività economica, solo il 10% di loro era riuscito a raggiungere il 60% del fatturato dell’anno precedente (2020).
In questo contesto, la Camera di Commercio Italiana, che raggruppa imprese italiane, francesi e monegasche, grazie a percorsi di assistenza tailor made opera attivamente da più di vent’anni per promuovere le relazioni commerciali e culturali tra i Paesi. L’Associazione accompagna le aziende italiane dei diversi settori, tra cui quello dell’edilizia, dello yachting, dell’agroalimentare, della moda e del design, nella loro attività di internazionalizzazione. Un lavoro che, come afferma Patrizia Dalmasso, Presidente della CCItalienne, consiste nel “facilitare gli scambi tra gli attori italiani, francesi e monegaschi, offrendo un servizio di accompagnamento personalizzato: dallo sviluppo commerciale alla comunicazione”.