L'industria italiana locomotiva d’Europa

Grazie a un’accelerata avvenuta a novembre scorso, la produzione industriale italiana ha ampiamente superato i livelli raggiunti a febbraio 2020, vale a dire quelli registrati prima dello scoppio della Pandemia.

Se già a settembre, secondo i dati di Confindustria, era stato raggiunto un incremento dell’1,5% rispetto a febbraio 2020, con la performance di novembre l’aumento ha toccato i due punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Infatti, a novembre la produzione industriale è stata dell’1,9% superiore rispetto a quella di ottobre, mentre, se paragonata con lo stesso mese del 2020, l’incremento è stato del 6,3%. A fronte della necessità di trovare possibili fonti alternative date dell’incremento dei prezzi, la crescita maggiore la registra l’industria energetica. Più in generale, quasi tutto il settore industriale fa registrare ottimi dati, dalla farmaceutica al tessile, fino ad arrivare alla manifattura. Spinto dal miglioramento dei giudizi e delle attese sui livelli di produzione e sugli ordini, è proprio quest’ultimo settore, particolarmente colpito dalla crisi, ad aver praticamente recuperato quanto perso nel 2020. Invece, gli unici comparti che fanno segnare significativi decrementi su base annua sono le attività estrattive e la fabbricazione di mezzi di trasporto, che, nello specifico, ha sofferto particolarmente della crisi dei microchip e delle incertezze legate alla transizione ecologica.

I dati italiani assumono ancora più valore se confrontati con quelli europei, in particolare di Germania e Francia, le cui produzioni industriali rispetto a Febbraio 2020 fanno registrare rispettivamente un decremento di sette e cinque punti percentuali. La Francia ha fatto registrare a novembre un decremento su base mensile dello 0,4%, dopo il +0,9% segnato in ottobre. Anche Oltralpe possiamo constatare un decremento della produzione dei materiali di trasporto e, su base annua, possiamo notare una forte diminuzione nei comparti della produzione degli autoveicoli. Invece notiamo come il settore agro alimentare fa segnare un ottimo + 2,2% rispetto ai livelli pre-Pandemia.

A livello europeo la produzione industriale ha risentito delle strozzature delle catene di approvvigionamento, che hanno limitato le forniture delle materie prime. Inoltre, la crescita vertiginosa dei prezzi dell’energia ha portato le imprese a confrontarsi con costi molti elevati, rendendo più complessa sia la produzione che la commercializzazione delle merci. Infine, tra gli analisti vi è ancora molta incertezza in relazione allo sviluppo della Pandemia, che rende problematica la pianificazione nel medio-lungo periodo in termini sia di produzione che di investimenti. Ciononostante, la crescita del Pil a livello europeo dovrebbe essere sostenuta anche nel 2022, con Italia e Francia a fare da capofila con un rispettivo +4,3% e +3,9% grazie alle opportunità offerte dal Recovery Fund europeo, ma anche dalla capacità di questi due paesi di innovarsi e rilanciarsi.