Formaggi, salumi, frutta e verdura e spumante conquistano la Francia
Formaggi, salumi, frutta e verdura e spumante conquistano la Francia
La crescita del Made in Italy continua senza sosta e la Francia si conferma ancora una volta il secondo mercato di destinazione dell’export italiano. In quindici anni le esportazioni agroalimentari Made in Italy verso la Francia sono infatti raddoppiate, passando da 2,1 a 4,19 miliardi (+ 98%). Una performance migliore è stata registrata solo negli USA (+119%).
Un trend che dovrebbe continuare nel 2022, visto che nei primi otto mesi le vendite di prodotti italiani in Francia hanno segnato un +6,6%. Sulla scia di questi dati, “Federalimentare” stima che a fine anno ci aspetteremo il nuovo record di 4,2 miliardi di fatturato francese, con una prudente previsione del +5%.
Le ragioni di questo successo? La vicinanza geografica e soprattutto l’elevata competenza media dei consumatori francesi nei confronti dei prodotti di qualità, anche laddove esiste una forte produzione nazionale, come nel caso del latte o dei vini. Di recente il caso, registrato in Francia, dell’eccesso di consumo di mozzarella rispetto a quello del Camembert, uno dei simboli della gastronomia italiana e uno dei formaggi francesi più famosi. Infatti, nei primi sei mesi del 2021, la Bufala Campana Dop è cresciuta nel mercato francese del 28% rispetto allo stesso periodo del 2019, ovvero in epoca pre-Covid.
Lo sviluppo positivo non riguarda solo il consumo di mozzarella ma si estende a tutto il comparto caseario, che è stato caratterizzato nei primi otto mesi del 2021 da un’accelerazione delle vendite e da un aumento dell’11% rispetto al 2020.
I francesi, secondo “Assolatte”, sono grandi produttori di formaggio ma apprezzano la diversità della nostra produzione casearia. In cima agli acquisti, infatti, ci sono i nostri formaggi freschi, come mascarpone, burrata, mozzarella e grana, molto apprezzato ed esportato anche nella sua versione grattugiata. Non solo formaggi ma anche salumi, frutta e verdura e soprattutto vini e spumanti, settori colpiti dal boom dell’export agroalimentare Made in Italy.
FRUTTA E VERDURA
Per quanto riguarda il settore ortofrutticolo, la Francia è stata penalizzata dall’ondata di gelate primaverili. Come in Italia, anche la Francia ha subito ingenti danni nella produzione diretta di frutta e verdura e, soprattutto, nel mercato interno. Per questo motivo Parigi ha dovuto ripiegare sulle importazioni e, in particolare, sulle importazioni italiane. Le importazioni di frutta made in Italy in Francia nei primi otto mesi del 2021 sono cresciute dell’8,6% (126,1 milioni). Ottimo kiwi italiano (+29%), uva da tavola (+33%), mele (+ 14%) e frutta secca (+68,2%). Da questi dati sono esclusi gli agrumi, che hanno una voce tariffaria separata e registrano una crescita del 23,7%.
GASTRONOMIA
I francesi sono grandi produttori, consumatori, ma soprattutto intenditori di carne di maiale: per questo nel tempo si sono avvicinati sempre di più ai salumi italiani, apprezzandone e premiando la qualità. Inoltre i francesi hanno una grande capacità di spesa, conoscono la PAC (Politica Agricola Comune) e il vero significato di un marchio DOP e IGP, sono attenti alle nuove tendenze come la short list degli ingredienti, ai prodotti “free” il più semplice e artigianale, ma anche al benessere degli animali. Le sue caratteristiche che ritrovano nella salumeria italiana e che gli fanno segnare punti: +11% in quantità e +6,3% in valore nei primi 8 mesi del 2021. Per i salumi made in Italy, la Francia è oggi il secondo mercato di sbocco dopo la Germania .
SPUMANTE
Il Prosecco si conferma fenomeno enologico italiano segnando in Francia, patria dello Champagne, il +27% di vendite nei primi otto mesi del 2021. Numeri che collocano Parigi al quarto posto tra le destinazioni del Prosecco Doc dietro agli Stati Uniti, il Regno Unito e la Germania. Ma se si considera solo l’export in bottiglia, escludendo lo spumante sfuso, la Francia è il terzo maggior consumatore di bollicine venete. I segreti del successo del Prosecco in Francia sono sicuramente legati all’ottimo rapporto qualità-prezzo, alla minore complessità rispetto allo Champagne francese e al Cremànt, ma soprattutto, alla moda degli aperitivi e dello Spritz, in cui il famoso vino italiano è misto.