Elezioni politiche Italia 2022
Il 25 settembre si terranno in Italia le elezioni politiche, in anticipo rispetto al naturale termine della legislatura fissato in origine per il prossimo marzo.
É la prima volta nella storia del paese in cui i cittadini vengono chiamati alle urne nella seconda parte dell’anno; a determinare le consultazioni anticipate è stata, infatti, la crisi del governo Draghi, al momento in carica solo per il disbrigo degli affari correnti. L’ex Presidente della BCE aveva intensificato le relazioni Italia-Francia con la firma del Trattato del Quirinale. Le politiche saranno anche l’occasione per l’entrata in vigore della riforma del taglio dei parlamentari, approvata in via definitiva con il referendum costituzionale di settembre 2020. L’intervento ha previsto la riduzione del 36,5% dei componenti del Parlamento, per un totale di 400 deputati e 200 senatori.
Che cosa si vota
Con le elezioni politiche del 2022, i cittadini rinnovano le due parti del Parlamento: Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. Sono i parlamentari eletti a dover votare la fiducia al nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri, che viene incaricato dal Presidente della Repubblica sulla base dei risultati elettorali della maggioranza in Parlamento.
Italiani a Nizza: come si vota?
La Circoscrizione Consolare di Nizza conta 33.000 italiani stabilmente residenti, di cui 10.000 solo nella città di Nizza. Gli italiani residenti a Nizza, se regolarmente iscritti all’AIRE, potranno votare alle politiche per corrispondenza. Gli elettori italiani che si trovino temporaneamente all’’estero per motivi di lavoro, studio o cure mediche per un periodo di almeno tre mesi potranno parimenti votare per corrispondenza nella circoscrizione estero. Il termine per esercitare tale opzione è scaduto il 24 Agosto.
I partiti
Nel centrodestra la coalizione sarà formata da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Noi Moderati, la lista unitaria dei centristi (Udc, Coraggio Italia, Noi con l’Italia e Italia al Centro). La coalizione di centrosinistra sarà invece composta da quattro liste: Democratici e Progressisti (Pd, Articolo 1 e Socialisti), Più Europa, Alleanza Verdi Sinistra (Verdi e Sinistra Italiana) e Impegno Civico (Di Maio, Centro Democratico, Psdi). Carlo Calenda, a seguito della rottura con il Pd, farà squadra insieme a Matteo Renzi: Italia Viva e Azione formeranno il terzo polo. Il M5s, guidato dall’ex Premier Giuseppe Conte, non è formalmente parte di alcuna coalizione. La campagna elettorale insiste tuttavia su temi molto cari all’elettorato di sinistra, promettendo un rafforzamento del reddito di cittadinanza, una legge sul salario minimo e diverse riforme sui diritti civili, fra cui lo ius scholae e il matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Gli ultimi sondaggi prima delle elezioni
I sondaggi che si sono succeduti nel corso dell’estate, mantenutisi pressoché stabili, segnano un vantaggio del centro destra: Fratelli d’’Italia primo partito (al 23%), la Lega per la prima volta sotto due cifre (9,6%), il Pd stabile al 21,4%, Terzo Polo (Azione-Italia Viva) al 5,3%, ma soprattutto un M5s (al 16,6%) in ascesa. Sono le principali indicazioni emerse da un’analisi esclusiva sulle intenzioni di voto in vista delle elezioni Politiche, curata dal Centro Italiano per gli Studi Elettorali (Cise) della Luiss Guido Carli. Secondo il sondaggio di Euromedia Research, rilasciato il 12 settembre al programma TV Porta a Porta, si stima che il Centrodestra (Fdi-Lega-Fi-Noi Moderati) raggiungerebbe il 45,3% mentre il Centrosinistra (Pd-Alleanza Verdi e Sinistra, +Europa, Impegno Civico) il 28,3%. L’astensione sarebbe del 35%. Sempre secondo il sondaggio di Ghisleri il centrodestra otterrebbe alla Camera 235 seggi e 113 al Senato, il Centrosinistra 82 alla Camera e 42 al Senato. Il Movimento 5 Stelle ne conquisterebbe 34 alla Camera e 17 al Senato, Azione/Italia Viva 20 alla Camera e 10 al Senato.
Il sistema elettorale in Italia
La Camera
Come nel 2018, anche le nuove elezioni politiche saranno regolate dalla legge elettorale Rosatellum, che prevede il 61% dei parlamentari eletti con il sistema proporzionale e il 37% con sistema maggioritario attraverso collegi uninominali, il restante 2% è riservato al voto delle circoscrizioni Estero. Ciascun partito – o coalizione di partiti – presenta la propria lista ed un capolista. Per la parte maggioritaria, l’Italia viene divisa in 147 zone (collegi), ciascuna delle quali presenta dei candidati, ognuno indicato con nome e cognome ed il partito che li sostiene. Si tratta di cd. collegi uninominali: ciascun partito – o coalizione di partiti – può presentare un solo candidato e viene eletto colui che prende più voti (sistema di maggioranza relativa). Questo è il primo motivo per cui esistono le coalizioni: per mettere insieme i voti di più partiti dietro a un singolo candidato. Il restante 61% dei deputati, ossia gli altri 253, viene eletto con sistema proporzionale: si sommano tutti i voti dei partiti in tutta Italia ed i seggi vengono assegnati in proporzione ai voti ricevuti dai singoli partiti. Il territorio nazionale a questo scopo è diviso in zone più ampie dei collegi uninominali, che in molti casi corrispondono a intere regioni – quelle con meno abitanti – in altre accorpano solo due o più collegi. Anche questi – in quanto ‘parti del territorio’ – si chiamano collegi, ma sono plurinominali. La distribuzione è difficile, piena di controlli e correttivi e deve rappresentare la distribuzione dei voti nazionali dei partiti. Si parte dalla lista dei nomi e si prendono, per ciascun collegio, i primi nominativi nell’ordine in cui sono indicati. L’ordine del listino definisce l’ordine di elezione: per questo si parla di listino “bloccato”. L’alternativa – che la legge elettorale italiana non prevede – è quella delle preferenze: quando ci sono le preferenze, l’ordine è stabilito dal numero di quelle ricevute, come nelle elezioni comunali.
Senato
Al Senato il meccanismo è molto simile, con numeri dimezzati: 74 senatori eletti nei collegi uninominali, 122 nei collegi plurinominali e 4 all’estero. In più, al Senato la distribuzione dei seggi non avviene a livello nazionale, perché la Costituzione prevede che il Senato sia eletto su base regionale.
Le soglie di sbarramento
Infine, per ottenere i seggi in Parlamento, bisogna che i partiti abbiano almeno il 3% dei voti, o che si presentino in una coalizione che ottenga almeno il 10% dei voti, con poche eccezioni – ad esempio nei casi dei partiti molto forti in singole regioni o per le rappresentanze di minoranze linguistiche -.