Asse Italia-Francia su crescita, energia e semiconduttori

Un asse industriale e strategico tra Italia e Francia in settori di particolare rilevanza come quelli della crescita economica, dell’energia e dei semiconduttori. È quanto emerge dalle parole del ministro francese dell’Economia, delle finanze e del rilancio Bruno Le Maire: “Italia-Francia, mai così unite. Draghi e Franco hanno fatto un ottimo lavoro”.

Come si legge in una nota diffusa dal Mise, nel corso dell’incontro bilaterale a Palazzo Piacentini tra il ministro Giancarlo Giorgetti e il ministro Le Maire è stata confermata la forte intesa tra Italia e Francia sulla politica industriale e la convergenza sui temi strategici per favorire la crescita dell’economica attraverso investimenti nei settori della microelettronica e della transizione green.

Crescita e ripresa economica: buoni risultati dell’economia francese, in linea con quelli dell’economia italiana.

Grazie ad un 6% di crescita nel 2021 e una previsione di oltre il 4% nel 2022, i risultati italiani sono più che positivi. Altrettanto favorevole la situazione economica francese: 6,25% di crescita nel 2021, 4% nel 2022. Quindi, alla luce di questi risultati, è possibile affermare che Mario Draghi in Italia e Emmanuel Macron in Francia abbiano preso le decisioni giuste per rilanciare l’attività economica.

D’altro canto, per rendere la ripresa economica di entrambi i Paesi costante sarà fondamentale rendere durevoli questi risultati grazie alle riforme strutturali che sia Francia che Italia stanno intraprendendo. A tal proposito, Le Maire ha salutato con spirito benaugurante “le decisioni prese con coraggio e costanza da Mario Draghi, come quelle sulla riforma della giustizia o fiscale”. Ha aggiunto che la Francia passerà all’applicazione integrale della riforma dell’indennità di disoccupazione, e punterà molto sulla formazione dei lavoratori, visto che oggi molte imprese si lamentano della difficoltà di reclutarli, nonostante i nodi sulla questione delle pensioni.

L’unica nota dolente di questa vigorosa ripartenza economica riguarda la difficoltà nel trovare personale da assumere, in Francia come in Italia. Alcuni mestieri vanno resi più attraenti e sarà fondamentale investire nella formazione dei giovani.

Riforma del mercato dell’energia, di fronte all’aumento dei prezzi:

I due ministri hanno affrontato anche il tema dell’aumento del costo dell’energia, sottolineando come sia stato necessario introdurre in questo periodo misure finalizzate ad alleviare l’impatto sull’industria e i consumi delle famiglie. Al contempo hanno condiviso la necessità di avviare una riflessione in ambito europeo sulla politica energetica, che riguardi sia l’utilizzo del gas che la possibilità di discutere del nucleare pulito di ultima generazione.

Il ministro francese ha affidato al Corriere della Sera il suo pensiero: “Ho notato che per la prima volta dopo decenni un ministro (Roberto Cingolani, Transizione ecologica) ha posto di nuovo la questione del nucleare. Le reazioni sono state vive, ma il dibattito si evolve, anche in Francia. Prima, discutevamo della chiusura o meno di certe centrali nucleari. Oggi, parliamo dell’opportunità di aprirne di nuove”.

Semi-conduttori

Al fine di favorire gli investimenti in ricerca e sviluppo nel campo dei semi-conduttori è stato anche concordata la necessità di rivedere le regole per gli aiuti di Stato in ambito UE.

Parlando di semi-conduttori Le Maire afferma: «Si tratta del terzo grande tema strategico dell’uscita dalla crisi pandemica, dopo la scarsità di manodopera e il prezzo dell’energia. Si può riassumere in una parola: indipendenza. I semi-conduttori sono indispensabili e li troviamo ovunque: in un’auto elettrica se ne trovano diverse migliaia. Le fabbriche di Stellantis, che sono un orgoglio franco-italiano, sono costrette a rallentare la produzione perché non ci sono abbastanza semi-conduttori. Siamo pronti a sostenere il gruppo franco-italiano STMicroelectronics che produce semi-conduttori di alta qualità vicino a Grenoble e in Italia. È imperativo che STMicroelectronics aumenti le sue capacità di produzione e riaffermi una preferenza europea. Dobbiamo cooperare e coordinarci ».

Quindi, affinché l’Unione europea possa essere meno dipendente dalla catena di approvvigionamento a Oriente e a Occidente è necessario rimettere mano alle norme sugli aiuti di Stato.