MADE IN ITALY: QUALITÀ IN MANO STRANIERA

“A livello economico le cose vanno bene, ma spesso a cambiare è la percezione”

Questo è uno dei titoli che compaiono su “Espansione”, mensile economico della società editoriale PoloGrafico MC, che da poco è diventata un aderente della CCItalienne.

+5,1% è la crescita rilevata dall’Istat del fatturato delle industrie Made in Italy nel 2017. Anche gli ordini, ovvero gli acquisti dei clienti, aumentano del +6,6%. Ottima performance anche dell’export che chiude il 2017 con una crescita del +7,4% in valore.

Tutti questi dati positivi stridono però con la discesa fino al settimo posto nella graduatoria della percezione della qualità presso gli stranieri, stilata da Forbes. Un paradosso vista la grande quantità di aziende in tutti i settori che producono in maniera artigianale. Questa percezione risente della vendita di molti marchi italiani ad aziende straniere e i consumatori non sono più sicuri di comprare italiano. “Dal Belpaese nasce la qualità. Poi diventa straniera”, come meglio descrivere questo fenomeno.

Negli ultimi anni il cambio di bandiera ha investito aziende in tutti i settori. Risiko, Scarabeo, Cluedo sono della canadese Spin Master, dopo essere stati ceduti da Editrice Giochi.
Gucci, Pomellato, Bottega Veneta, Dodo sono nel portafoglio del colosso francese Kering. La società Sanset controlla la Pernigotti.
Anche le aziende pubbliche stanno passando in mano straniera, ne sono esempi Alitalia, Telecom, Wind Telecomunicazioni.

La tutela delle industrie italiane continuerà a essere oggetto di discussione e si spera che il 2018 riveli un miglioramento nella percezione del Made in Italy, facendo risalire l’Italia ai vertici della classifica vista la qualità indubbia dei prodotti del Belpaese.

Per maggiori informazioni: http://www.espansioneonline.it/